Ciao!
Prima o poi parleremo del concetto di costanza, che questa newsletter chiaramente non ha. Nel frattempo parliamo di creatività, che invece negli ultimi mesi mi ha colpito in ambiti inattesi. Uno su tutti quello dell’illustrazione, che per chi mi segue su canali più visivi sa che sta inglobando quasi tutti i miei momenti. E allora parliamo di come una creatività apparentemente lontana da quello che facciamo quotidianamente può in realtà rivelarsi molto utile per raccontare in maniera nuova quello che viviamo.
Buona lettura!
Quando pensate a un reporter, a cosa pensate?
Mentre ci pensate, fatevi raccontare la storia di Linda Kitson.
Nel maggio del 1982, Kitson salpa per le Falkland insieme a 3.000 uomini a bordo della Queen Elizabeth 2. È una reporter di guerra e ha il compito di raccontare il conflitto nelle Falkland. Segue le truppe inglesi per tre mesi in ogni condizione climatica, dall’addestramento agli sbarchi. Il risultato sono oltre 400 opere che raccontano lo sforzo bellico inglese.
Ecco, come ve la state immaginando Linda Kitson? Con una macchina fotografica in mano? Una videocamera? Forse con un taccuino. Sbagliate, Linda Kitson in guerra era così:
Linda Kitson è stata la prima artista donna a ricevere un incarico ufficiale per accompagnare le truppe inglesi in battaglia. Dalle Falklands ha riportato indietro oltre 400 disegni realizzati per raccontare la guerra. È una dei molti reporter che raccontano ciò che succede attraverso un medium apparentemente morto o non più calcolato: l’illustrazione.
Il reportage illustrato ha una storia antichissima, con radici ben più indietro nel tempo rispetto a Kitson. È un genere giornalistico che si è espresso in forme che oggi facciamo fatica a ricordare, come lo United States Army Art Program, un vero e proprio programma dell’esercito americano che reclutava artisti per raccontare gli sforzi bellici statunitensi. Anche in Italia lo conosciamo benissimo; pensate alle copertine della Domenica del Corriere che per quasi 100 anni hanno raccontato gli eventi con le illustrazioni, prima che arrivasse la fotografia. Peraltro anche in Italia conosciamo benissimo Linda Kitson. Quando la reporter, notoriamente infastidita dalle interruzioni, si è trovata a illustrare nel nostro Paese, ha dovuto appendersi un avviso al collo con scritto: “Non riesco a concentrarmi se mi parlate”. Spiegando che sotto a Firenze era impossibile concentrarsi.
Il reportage illustrato ha aiutato a raccontare il mondo e i suoi cambiamenti per secoli, prima che la tecnologia ne limitasse la diffusione e lo rendesse desueto.
Limitato, ma non morto.
Tuttora questo genere vive, anche in guerra. Il reporter George Butler continua a raccontare i conflitti contemporanei con i disegni. Il genere del reportage è molto vivo nei tribunali, in quei processi dove le telecamere non possono entrare, come in quello a Luigi Mangione illustrato su The Verge dall’artista Molly Crappable. Ma anche in Italia abbiamo reporter di questo genere ancora in attività, come il giornalista Salvatore Garzillo, che oltre a raccontare casi giudiziari attuali (se potete, non perdetevi il suo spettacolo “Il Giro di Nera”) disegna in giro per il mondo acquerellando con le terre dei luoghi che visita.
“Perché non fare foto?” vi chiederete. Perché il reportage illustrato non è un’istantanea di un momento preciso. È una precisa scelta artistica che mette insieme azione, personaggi ed emozioni in un’opera unica. Flette la realtà ma non la distorce, per raccontare la scenda in maniera mediata dagli occhi del reporter. Questo significa mettere insieme personaggi che nella realtà erano distanti o forzare la prospettiva, oppure utilizzare i colori per trasmettere una sensazione anche se poco realistici. È un mezzo impossibile da riprodurre digitalmente, anche nell’era dell’AI.
Ecco perché da qualche mese ho iniziato a raccontare ciò che mi circonda, gli eventi a cui assisto e i festival che frequento tramite i reportage illustrati. Credo che oggi più che mai realizzare degli artefatti fisici sia fondamentale e che per me, un giornalista, ex studente d’arte e creator, questo sia il mezzo più stimolante. Lo è perché mi permette di raccontarlo con lo storytelling visivo che mi ha sempre contraddistinto, che sia attraverso storie Instagram o video verticali short form, ma anche perché lascia una traccia fisica, reale, in un mondo digitale.
Aver iniziato a fare questo tipo di racconto è stata un’epifania. Ho iniziato a illustrare concerti, festival, serate con gli amici ed eventi. Nel mio lavoro ho portato questo approccio disegnando prima la mappa del festival Chora Volume 2 e poi realizzando una Zine illustrata per lo stand Will & Chora Media al Salone del Libro di Torino. Più illustro, più mi vengono idee creative su come poter applicare questa forma di racconto ad altri contesti. Ma soprattutto, disegnare in giro mi ha fatto conoscere un’infinità di persone incuriosite dalla mia stilografica e dal foglio da disegno.
La frase che più ho sentito? “Caspita, anche a me piaceva un sacco disegnare”.
E quindi ora ho intrapreso una nuova missione: risvegliare la voglia di disegnare in quante più persone possibili, dimostrandogli che “sapere disegnare” non è fondamentale e che piuttosto serve lasciare libera la capacità del nostro cervello di mediare ciò che stiamo osservando per metterlo su carta.
Davvero, provateci e fatemi sapere. Di questa cosa parleremo ancora in questa newsletter.
Intanto se vi va potete dare un’occhiata ai miei lavori sul mio profilo Instagram!
🧑🏫 Ci vediamo in cattedra
A proposito di scuola, di come si fanno video e come si raccontano storie e passioni parlerò ancora una volta nel secondo anno della New Media Academy, la prima realtà in Italia pensata per offre gli strumenti per imparare a maneggiare tutti i cosiddetti new media, ambiti in cui Chora e Will sono considerate leader del settore.
Quest’anno mi occuperò del corso di short video, quindi parleremo di come raccontare storie all’interno di un contenitore come quello dei reel e dei TikTok. Con me ci saranno altre due prof pazzesche che presto vi svelerò.
Sono aperte le iscrizioni sul sito ufficiale!
🔍 Per approfondire
✏️ Un po’ di nomi e disegni dalle zone di guerra illustrate
🎙️ Una bella intervista a Linda Kitson sul suo lavoro (e sulle interruzioni in Italia)
🎨 Un esempio di reportage illustrato attuale, da Elena Ciuprina alla Fashion Week di Max Mara
A presto!