Come guadagno suonando per strada
Diario di un busker, quella cosa incredibile dove dai energia alle persone per strada e loro te la restituiscono moltiplicata.
Ciao e grazie, come sempre, per leggere questa newsletter! Il busking è l'arte di suonare per strada e in questa puntata di Retrobottega ti racconto la mia esperienza come busker, la mia seconda vita dopo il giornalismo. Ti parlerò di come si fa, quanto si guadagna e delle storie che ho vissuto durante le mie esibizioni.
Buona lettura!
Quando la signora senza denti si tira giù i pantaloni e inizia a pisciare davanti a noi, capisco che siamo proprio nella Milano d’agosto.
Io vedo solo le sue spalle, mentre si accuccia sui mattoni rossi della Darsena a pochi metri da noi. Non è un caso di incontinenza: pochi secondi prima ci ha guardati con un’espressione di sdegno prima di girarsi, chinarsi e…
“Ma non starà mica per…” sento dire dalla mia sinistra.
E invece stava proprio per. Evidentemente non ha apprezzato la nostra versione dello standard jazz che stavamo suonando in quel momento. Forse I’ll see you in my dreams, non ricordo.
È l’estate del 2019, sono in Darsena con il mio gruppo e, come spesso facevamo quegli anni, stiamo facendo busking, cioè l’arte di suonare per strada. Arte perché così la definiscono i regolamenti cittadini, che prevedono Arte di Strada e Mestieri di Strada: i primi sono tendenzialmente musicisti, ballerini, giocolieri, insomma quelle persone che vedete impegnate in performance in mezzo alla strada, mentre nei secondi rientra chi vende un prodotto, come piccoli lavori d’artigianato o verdure scolpite a forma di rosa. La grossa differenza è una questione di soldi: gli artisti vengono pagati “a cappello”, cioè ad offerta, e tendenzialmente non devono pagare per il suolo pubblico, mentre chi vende prodotti deve pagare.
Quando la signora viene portata via da un altro senzatetto, penso che ciò che mi affascina da sempre è il teatrino di personaggi che si può osservare nelle grandi città se si resta fermi in un punto, meglio se di passaggio, e non si cede alla tentazione di affossare la testa nello smartphone. È una cosa che percepisco quotidianamente a Milano, ma che ho percepito in maniera quasi travolgente a Napoli, in piazza Plebiscito. È fantastico perché non vedi solo persone: vedi storie. Alcune volte plausibili, altre totalmente inventate dalla tua mente. È un ottimo esercizio per la creatività. Ed è anche dannatamente divertente.
Insomma, il fatto è che suonando per strada ci si ferma per ore in un unico posto e quindi di storie del genere ne vedi passare un fiume intero. Come quella volta in cui un gruppetto di ragazzini si sono messi a rappare un testo inventato sulle note di un altro standard jazz. Oppure quella proposta fatta una notte d’agosto.
È l’1 del mattino, sempre in Darsena, uno dei nostri posti preferiti dove suonare d’estate. Primo concerto dopo il ritorno dalle ferie, Darsena piena, grande pubblico. Nel pubblico noto un ragazzo un po' agitato, con le mani in tasca e i piedi nervosi, di quelli che ci ascoltano ma vorrebbero fare altro. Poi, in un momento di pausa, si avvicina timidamente. Avrà non più di ventotto anni, chiede il microfono per dire due parole: "Tra il pubblico c'è la mia ragazza e ora le chiederò di sposarmi". Applausi, parte Bruno Mars, lui si inginocchia, lei dice sì, ancora applausi. Faccio in tempo a chiedergli il nome, poi se ne vanno con la stessa rapidità con cui sono arrivati. Salvatore ed Elisa.
Il busking per me è magia: l’energia che dai alla strada e che lei ti ridà indietro è unica, proprio perché vai a interrompere quel flusso di persone, di storie con qualcosa di imprevisto e che quindi può provocare reazioni inaspettate. Dalla pipì alla proposta di matrimonio.
🥁 Come si fa busking
Per questo secondo appuntamento con Nero di Seppia volevo subito abbandonare l’aspetto tech per raccontarvi l’altro tema che mi appassiona da sempre: la musica. Suono da circa 21 anni la batteria (anche se negli ultimi ho usato praticamente solo il Cajón Flamenco) e da circa 10 il mio gruppo ha quasi completamente abbandonato i locali per dedicarsi tanto alla strada. Abbiamo suonato in Italia, da Milano a Polignano, e in Europa, girando soprattutto Germania, Olanda e Spagna. Se fai busking, non ti serve contattare prima i locali: controlli quali sono le regole per suonare per strada e parti.
Ecco, le regole cambiano da città a città. Per esempio a Milano esiste un servizio comunale chiamato Stradarte che consente agli artisti di strada di prenotare postazioni prefissate in giro per la città. Sono praticamente ovunque, ma le più ambite sono in centro e in alcuni luoghi strategici dove c’è molto passaggio, come la Darsena. Il servizio è gratuito per gli artisti di strada e funziona discretamente bene, tranne per i furbetti che prenotano con più account bloccando più postazioni e per la situazione della zona centrale, dove è davvero difficile inserirsi.
Un giorno, nel 2018, siamo riusciti a prendere una postazione all’inizio di via Dante, quindi a pochi passi dal Duomo. Iniziamo a suonare e, dopo qualche brano, veniamo interrotti da un clown. Non nell’accezione di personaggio scomodo, fastidioso e falso. Letteralmente un pagliaccio con parrucca e naso rosso.
“Sto facendo lo spettacolo lì davanti, non vi ho mai visti, chi siete? Avete prenotato?”
Insomma salta fuori che questo clown è il presidente dell’associazione artisti di strada del centro di Milano (?) e che tutti quelli che suonano/fanno arte in Duomo fanno riferimento a loro (??) e che quindi noi eravamo un po’ dei pesci fuor d’acqua (???).
Se state pensando a uno schema piramidale che decide chi deve suonare e dove, in centro a Milano e gestito da un pagliaccio, è quello che ho pensato anche io.
Duomo a parte, chiunque può iscriversi a Stradarte, prenotare uno spazio e suonare. Cioè vale anche in Duomo, ma siate pronti a subire lo screening di un clown. Quando siamo andati in Puglia a suonare, invece, spesso è bastato avvisare il comune con una PEC (a Polignano e Monopoli, per esempio) scrivendo quanti eravamo e quanto saremmo rimasti in città. In Germania non serve nemmeno quasi mai avvisare né prenotare: di solito ci posizionavamo su uno dei ponti di Francoforte.
Ah, giusto per darvi un’idea di chi siamo (questa in particolare poco jazz ma molto apprezzata in strada):
A livello di attrezzatura, ormai il setup è abbastanza standard: percussioni e fiati non amplificati e piccole casse a pile per voce, chitarra e basso. Generalmente si usa un CUBE: ce ne sono di più versioni anche più economiche. Sgabellini, aste, microfoni e via.
💶 Quanto si guadagna con il busking?
Ora, belli i viaggi, la musica, la strada. Ma lo so cosa vi state chiedendo: quanto si guadagna suonando per strada? Vi dico subito una cosa: non fatevi ingannare dalle monetine. Sono più soldi di quelli che potreste pensare.
Quando si fa busking, generalmente si mette il “cappello”, che può essere qualsiasi cosa in cui si possono gettare del soldi. Una custodia della chitarra, un secchio, uno zaino o, come nei nostri tempi migliori, un cappello sorretto dal maestro Yoda. Qui le persone che passano possono gettare monetine o, nei casi più ghiotti, soldi di carta (lusso!). Quanto si guadagna dipende molto dalle città e dalle zone, ma in Darsena il range di una serata estiva variava dagli 80 ai 200 euro per due ore scarse di musica. Quando siamo andati in Puglia da agosto raggiungevamo tranquillamente i 200/220 euro a sessione, mentre in Germania, dove c’è più cultura del busking, si stava quasi sempre sopra ai 150 euro. Noi variamo dai 3 ai 5 elementi, quindi con le dovute divisioni, però considerate che nei tour ci ripaghiamo viaggio, alloggio, pasti e a volte torniamo pure in attivo. Sicuramente ho notato che le cifre dipendono poco dal numero di persone: volendo un musicista chitarra e voce potrebbe tirarle su da solo. Le monetine sembrano pochi soldi, ma fanno numero in fretta.
E qui si apre la grande domanda: si può vivere di busking? Io non ci ho mai provato, anche perché suonando solo il cajon mi verrebbe un po’ difficile. Però ho sempre pensato che nelle postazioni giuste e pensando a due o tre sessioni al giorno da un’oretta e mezza massimo l’una, la cosa sia molto fattibile. Però a quel punto non sarebbe più un suonatore ambulante occasionale (che non è soggetto a obblighi fiscali) ma dovrebbe inserirsi in un’attività fiscale che non è regolamentata da linee guida chiare. Ma siamo pur sempre in Italia e quindi non c’è un’indicazione chiara sulla frequenza delle esibizioni che definisce il passaggio da occasionale e abituale. Insomma, burocrazia. Se togliamo questo aspetto, il busking è molto interessante come “lavoro”.
Vi saluto con questa immagine del nostro tour in Puglia. Quando la nostra amica scatta la foto sono le 23 e non abbiamo ancora iniziato a suonare. Inizia a fermarsi un po’ di gente che aspetta. Durante la prima canzone la massa di persone diventa così densa che, una volta finita, la signora che vende fiori nella bancarella a pochi metri da noi ci chiede di spostarci un po’ più in là.
“C’è troppa gente, mi stanno salendo sul banco e stanno bloccando l’ingresso della città”.
Ci spostiamo, ovviamente, e continuiamo con una marea di persone. Più dei soldi, più della burocrazia, il busking è questa cosa qua. È energia pura.
🔍 Per approfondire
🚇 Dopo la pandemia, a New York i busker sono tornati alla grande.
🎤 Ricordiamoci che anche i Måneskin hanno iniziato facendo busking.
📹 Se vuoi rivivere la emozioni caotiche del nostro viaggio estivo in Puglia, puoi guardare questo caotico vlog:
Grazie per aver letto questo secondo numero di Retrobottega: sei uno dei primisssssimi early adopter ❤️
Come sempre, se hai feedback, di qualsiasi tipo, sarei felice di leggerli:
E ora un paio di info di servizio!
🎵 Vuoi diventare un busker?
Se ti è venuta voglia di suonare per strada ma non sai da dove iniziare, scrivimi e sarò ben felice di darti una mano a capire come orientarti tra attrezzatura, prenotazioni e altri dettagli logistici.
👀 Vediamoci!
🗓️ Questa settimana chiudiamo il ciclo di eventi pensati per promuovere il mio primo podcast per Will Media, Upgrade. Ci vediamo domani 14 dicembre alle 18:30 nella SmartThings Home di Samsung a Milano, c’è anche un bell’aperitivo! È gratis, basta registrarsi su Eventbrite. Se non c’è più posto, scrivetemi: qualcosa per chi legge questa newsletter lo tiriamo fuori 😉
A presto!